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Il dietista renale e la dieta ipoproteica alleati nella terapia della malattia renale cronica

La malattia renale cronica rappresenta oggi un problema di salute pubblica a livello globale, basti pensare che colpisce 850 milioni di persone nel mondo, ben 4,5 milioni solo in Italia. Il trend tra l’altro è in crescita, a causa del progressivo invecchiamento della popolazione e la diffusione di patologie che possono causare la comparsa o il peggioramento della nefropatia fino all’insufficienza renale.

Di fronte al vasto impatto di questa patologia è fondamentale utilizzare tutti gli strumenti a disposizione per contrastare l’avanzamento della malattia e migliorare la qualità di vita dei pazienti. Un tassello fondamentale della terapia oggi utilizzata è costituito dalla dieta ipoproteica.

Fin dal XIX secolo si era intuito che la sindrome uremica fosse causata dalla ritenzione di molecole e tossine derivanti dal catabolismo (ovvero dal processo di degradazione) delle proteine assunte attraverso l’alimentazione.

La terapia dietetico nutrizionale, sebbene con sfumature diverse, continua ad avere un ruolo centrale e in alcuni casi insostituibile nel trattamento conservativo dell’insufficienza renale cronica. Nelle fasi precoci di malattia può infatti contribuire a rallentarne la progressione, mentre nelle fasi più avanzate può prevenire e/o correggere segni e sintomi uremici e, fatto di rilevanza fondamentale, ritardare l’inizio della dialisi o, integrandosi con essa, ridurre la dose dialitica settimanale. Ma i benefici non si esauriscono qui: la dieta ipoproteica è essenziale anche nella prevenzione e nel trattamento della malnutrizione, degli squilibri idro-elettrolitici e acido-base e delle alterazioni del metabolismo minerale, che possono influenzare negativamente l’andamento della malattia. Il dietista renale può darvi una mano nella stipula, insieme al paziente, di una terapia alimentare adeguata.

Per il buon esito della terapia dietetico-nutrizionale abbiamo a disposizione, non solo un dietista incaricato da un nefrologo ma anche alimenti aproteici. Questi rappresentano, infatti, un presidio fondamentale per la corretta elaborazione e attuazione di una dieta ipoproteica. Costituiti da carboidrati e pressoché privi di proteine, fosforo, sodio e potassio, tali prodotti consentono di elevare l’apporto energetico, fornendo energia “pulita”, lasciando così più spazio ad alimenti ad alto valore biologico garantendo così l’apporto di aminoacidi essenziali. Inoltre gli alimenti aproteici sono arricchiti da fibre utili a contrastare la disbiosi del microbiota intestinale.

Gli alimenti aproteici hanno dunque un ruolo chiave nell’ottenimento dei massimi benefici dalla terapia dietetica e contribuiscono al miglioramento dello stato di salute, e della qualità di vita del paziente, mantenendo un buono stato nutrizionale.

Grande importanza rivestono poi l’aderenza da parte del paziente alla terapia e il monitoraggio regolare dello stato nutrizionale da parte di un dietista renale.

La terapia dietetico-nutrizionale è essenziale ai fini di un miglioramento della qualità della vita, allontanando la dialisi, con un risparmio consistente per il sistema sanitario.

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